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Nello specifico, lo studio della Columbia University da cui trae spunto il pezzo pone sotto accusa due ftalati: butilbenzilftalato (BBzP) e di-n-butil ftalato (DNBP), «presenti – si legge nel lancio d’agenzia – ad esempio in contenitori in plastica, profumi sintetici, fogli antistatici per asciugatrici, rossetti, spray per capelli e alcuni saponi».

L’associazione italiana delle imprese cosmetiche chiarisce che gli ftalati analizzati nello studio sono sostanze vietate nei cosmetici in Europa, quindi assenti nei prodotti cosmetici venduti sul mercato europeo e italiano. Gli ftalati sono un gruppo di sostanze chimiche principalmente impiegate per ammorbidire la plastica ed i materiali plastificati. L’unico ftalato impiegato nei cosmetici venduti in Europa è il Dietilftalato (DEP), aggiunto in piccole quantità ai prodotti, con lo scopo di rendere amaro, e quindi imbevibile, l’alcool etilico eventualmente presente nella composizione del cosmetico. Il Dietilftalato è stato ampiamente studiato e il suo impiego è stato giudicato sicuro nei prodotti cosmetici. Infatti, l’esposizione dei consumatori a questi composti attraverso i cosmetici è notevolmente inferiore ai livelli riconosciuti pericolosi per la salute umana. La sicurezza del Dietilftalato è stata ulteriormente confermata, dopo un’attenta valutazione, dal Comitato Scientifico per la Sicurezza del Consumatore (SCCS), l’organismo indipendente della Commissione europea composto da autorevoli scienziati e ricercatori provenienti da diversi paesi dell’Unione Europea. Tutti i prodotti cosmetici devono rispettare una severa normativa europea capace di garantire la sicurezza dei prodotti e, di conseguenza, tutelare la salute dei consumatori.

Tutti i cosmetici prima di essere immessi in commercio vengono ampiamente testati per la loro sicurezza. In particolare, ciascun prodotto viene sottoposto ad un’apposita valutazione della sicurezza ad opera di una persona qualificata ed esperta. Questa valutazione considera la sicurezza del prodotto finito, così come quella di ciascun ingrediente impiegato, come e dove il prodotto è usato, da chi e quanto spesso. Nel fare ciò quindi viene considerato anche l’uso possibile del prodotto da parte di donne in gravidanza. Il prodotto non viene immesso in commercio se non è dimostrata la sua sicurezza anche in queste condizioni d’uso. Al sito www.abc-cosmetici.it, voluto dall’associazione nazionale delle imprese cosmetiche per instaurare un contatto diretto con consumatori e utenti, sono affidati informazioni e approfondimenti per meglio conoscere i prodotti cosmetici e il loro utilizzo.

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